Tinture

Nella Tradizione per tintura s’intende il colore estraibile da un misto vegetale, o altra materia, mediante apposito solvente o mestruo. È in relazione con un concetto molto più ampio di quello considerato in questo scritto in quanto si riferisce all’Arte di Tingere. Le tinture che qui prendiamo in esame sono mescolanze conseguite per azione dell’alcol di vino mineralizzato, su una materia vegetale, sfruttando la capacità del solvente di allontanare e veicolare dalla materia vegetale di partenza il suo colore che corrisponde ad una parte delle sue virtù. Il colore corrisponde al principio Zolfo e l’alcol di vino o spirito di vino mineralizzato è il Mercurio. Il Sale è ottenuto con la Calcinazione. Nella modernità la tintura è una preparazione ottenuta per macerazione a freddo, quindi a temperatura ambiente, in solvente idroalcolico di droghe vegetali, mescolando più volte al giorno le materie.

ELENCO PIANTE PER TINTURE

ELENCO PIANTE PER TINTURE

Preparazione

Le droghe vegetali, opportunamente preparate, sono messe a macerare per un tem- po diverso in relazione alla consistenza dei tessuti di cui è composta, in una miscela di acqua e alcol di vino; a questa fase segue la filtrazione da cui otteniamo l’Estratto. Il residuo della filtrazione viene calcinato per ottenere i Sali fissi, che verranno circo- lati con l’estratto precedentemente ottenuto (vedi introduzione generale).
Come detto il mestruo o solvente è una miscela idroalcolica ma va sottolineato che l’alcol utilizzato è alcol di vino mineralizzato (circolato a 40°), altrimenti definito come spirito di vino, su sale fisso di tartaro. Questo processo lega assieme due sostan- ze di natura opposta: il sale fisso di tartaro, come dice la parola stessa, è fisso e l’alcol è volatile. L’operazione di mineralizzazione dell’alcol si conclude ottenendo una ma- teria in cui fisso e volatile si sono, vicendevolmente, scambiati qualcosa, dando vita ad un mestruo molto più penetrante dell’alcol tal quale, e quindi con capacità di estrazione superiori. Al tempo stesso l’alcol tartarizzato o mineralizzato avrà subito un processo di depurazione interna con il quale le terrestrità o fecce dell’alcol sono state trattenute dal sale e allontanate, dando vita ad un liquore più simile alla natura umana di quanto non lo sia l’alcol.

“…quest’acqua filosofica o spirito tartarizzato è tenuto per mestruo universale, per estrarre, e preparar l’essenze, le tinture, li estratti da tutti li purganti radici, cortecce, herbe, fiori, frutti, semi & in ogni estrazione, nella quale si voglia cavar le più nascoste & intrinseche virtù, e le loro facoltà…” (Felice Passera, Il Nuovo Tesoro degli Arcani Farmacologici, Galenici, Chimici e Spargirici, Venezia 1779)

Il vantaggio di questa preparazione è che le virtù della pianta sono ben conservate e facilmente fruibili, non necessitando di ulteriori elaborazioni come nei casi di tisane e decotti, inoltre la posologia può essere adeguata alle reali necessità del fruitore. Alcune di queste tinture possono essere utilizzate anche per sciacqui, gargarismi, colluttori (Mirra, Incenso, Lapacho, Erisimo) diluite abbondantemente in acqua.