Quintessenze

Questa preparazione è realizzata da piante essenziere – dotate di olio essenziale – da cui si estraggono i tre Princìpi della Tradizione: Zolfo, Mercurio e Sale. Nello speci- fico lo Zolfo è l’olio essenziale, il Mercurio è l’alcol autogenerato dal residuo (caput) della distillazione mediante fermentazione per ottenere l’olio essenziale. Il Sale è ricavato dalla calcinazione di ciò che resta dalla distillazione del Mercurio.
La Quintessenza Spagyrica è ottenuta attraverso una lunga preparazione che conduce ad un preparato “temperato” che ha caratteristiche uniche per la sua volatilità e capacità di diffusione. Ciò è da ricondurre alla magistrale scomposizione del vegeta- le e radicale purificazione dei 3 Princìpi, ognuno per se stesso, condotta allo scopo di elevare il grado di purezza del rimedio e di moltiplicarne le virtù.

…la Quinta Essenza è una sostanza semplice, prima radice dell’essere, e dell’operare de’ misti, estratta da essi per Arte Chimica, al fine di con- servare la Vita.” Giuseppe Donzelli, Teatro Farmaceutico Dogmatico Spagyrico (1686)

ELENCO PIANTE PER QUINTESSENZE

ELENCO PIANTE PER QUINTESSENZE

Preparazione e considerazioni generali

Il primo ad essere estratto dal vegetale è l’olio essenziale, in genere in corrente di vapore, che sarà rettificato per allontanare le sostanze estranee all’olio essenziale (cere e altro) che durante la distillazione si saranno sollevate. Fermentando il residuo di questa distillazione si ottiene un alcol che verrà distillato con strumenti specifici e, a sua volta, rettificato al grado alcolico che s’intende ottenere. Calcinando il residuo della fermentazione si ottiene il sale fisso della pianta che sarà bianco.
L’alcol ottenuto è sottoposto ad un ulteriore purificazione o purgazione interna facendolo circolare (vedi introduzione alle tinture) su sale fisso di tartaro. Questo passaggio è fondamentale per far acquisire all’alcol una costituzione più consona alla natura umana rispetto all’alcol così com’è.
I tre Princìpi depurati vengono ricongiunti nella Circolazione finale di cui abbiamo già parlato che rende l’estratto assai più sottile, armonizzato e coerente in ragione del fatto che è “una sostanza corporea semplice, priva di ogni qualità elementare”. In altre parole la Quintessenza è una preparazione che non cade sotto l’egida dei quattro elementi (Terra, Acqua, Fuoco, Aria) in quanto è prossima a quello che era definito Quinto Elemento le cui qualità sono paragonabile all’Etere o Akash (Spazio), come direbbero in oriente.
Infatti, la laboriosa preparazione sottrae alla rigida influenza, o mistione del vegetale, dei quattro elementi o forze elementari, spogliando l’estratto di ogni impurità e amplificando le potenzialità elettromagnetiche ed informazionali2 pur mantenendo la sua struttura biochimica.
L’essere umano è anch’egli compenetrato da un campo elettromagnetico, che posto a contatto con una sostanza liberata da impurezze ed elettromagneticamente coeren- te sarà stimolato a trovare la sua stessa coerenza…ecco perché gli antichi dicevano che le Quintessenze hanno il fine “di conservare la Vita”. Inoltre, vista la portata elettromagnetica, acquisita con la preparazione, le Quintessenze possono essere uti- lizzate per il mantenimento della funzionalità dei canali (meridiani) della Medicina Tradizionale Cinese, applicate sugli agopunti o mediante inalazione.

“…a differenza della quintessenza che si comunica per irradiazione, pene- trando tutto il corpo umano come una luce che si congiunge con gli spiriti, che noi animiamo donando loro un rinforzo che li fa agire seguendo la loro destinazione naturale.” Gosset, Rivelazioni Cabbalistiche (1735)

Quintessenze e bioelettronica

Al pari, e ancor più potenti degli oli essenziali, le Quintessenze sono portatrici di un potenziale bioelettronico in grado di modulare, cedendo o catturando elettroni, le condizioni alterate del terreno biologico di partenza favorendo la funzionalità della matrice biologica extracellulare.
Gli studi condotti in Francia da Claude Vincent, Jean Valnet, Pierre Franchomme, Michel Faucon ed altri hanno evidenziato come le molecole aromatiche siano in grado di funzionare da emettitori e ricevitori di onde, sostenendo la teoria che vede nell’essere umano un sistema biologico oscillante che può essere regolato attraverso il potenziale elettromagnetico coerente intrinseco alle Quintessenze, al fine di mantenere l’omeostasi tissutale, il corretto rapporto acido/base e il corretto pH.
In questo approccio la costituzione biochimica o fitocomplesso svolge un ruolo primario per la comprensione delle virtù delle Quintessenze anche da un punto di vista bioelettronico e tale riconoscimento è strettamente legato all’individuazione di quali gruppi di composti (monoterpeni, alcoli, fenoli, lattoni, aldeidi, esteri, ecc.) sono maggiormente rappresentati nel preparato.
La classe di composti più rappresentata, e quindi ponderalmente più presente, è quella che imprime al preparato una proprietà ben precisa, quella che abbiamo definito “dominante”.

Per riassumere citiamo la teoria del Ternario Aromatico degli oli essenziali che è valida a maggior ragione per le Quintessenze preparate con il metodo sopra esposto:

  • sono sostanze chimiche strettamente legate alla propria struttura molecolare (fito-
    complesso);
  • sono dotate di un potenziale energetico in quanto concentrati solari; infatti il sole
    influisce potentemente sulla costituzione e produzione degli oli stessi. Hanno la capacità di cedere e acquistare elettroni risultando positivizzanti e negativizzanti, le prime hanno una mobilità ridotta mentre le seconde hanno una elevata mobilità;
  • svolgono ruolo informazionale trasmettendo, anche con le note odorose, una serie di informazioni coadiuvanti alla funzionalità del sistema nervoso e del sistema endocrino.

Essenze e Aromatogramma

Come detto lo studio e la comprensione delle Quintessenze Spagyriche si basa anche sulle conoscenze acquisite sugli oli essenziali o essenze, tenendo a mente che le Quintessenze sono anche più potenti e complete degli oli essenziali. L’Aromatogramma è la misura in vitro del potere antibatterico degli oli essenziali. Questo termine fu coniato dal medico francese M. Girault nel 1971 che rivalutò i precedenti lavori di Schröder e Messing, risalenti al 1949. Ma fu il medico Paul Belaiche a pubblicare nel 1979 un volume3 in cui spiegò come riuscì a perfezionare la tecnica precedente e comunicò i risultati della sua lunga sperimentazione clinica. Questa tecnica consiste “nell’esaminare diversi oli essenziali su germi isolati attraverso la coltura di un prelievo effettuato sul malato. Per fare ciò si pone un gel nutritivo adatto in una capsula di Petri, sul quale si dispongono dei dischi impregnati di olio essenziale”4. A questo punto si valuta la dimensione in millimetri dell’alone d’inibizione prodotto dall’essenza con cui si è impregnato il disco di carta da filtro posto nella capsula di Petri con la gelatina.
I risultati ottenuti su 308 pazienti affetti dai più comuni agenti patogeni (Escherichia coli, Proteus morganii e mirabilis, Streptococcus faecalis, Staphylococcus albus e pyogens, Candida albicans, ecc.) mostrarono come alcune essenze (Origano, Timo, Cannella) sono efficaci su un discreto numero di patogeni e che altre essenze hanno una specifica azione su patogeni specifici. Le relazioni essenza-patogeno sono riportate nelle monografie e nella sezione “uso prevalente”.
Questa tecnica mise in luce anche un altro aspetto, che oggi meglio comprendiamo, e cioè quello che queste preziose Essenze oltre a combattere il patogeno, favorendone la lisi e quindi la morte, agiscono rafforzando i meccanismi omeostatici che costituzionalmente si erano indeboliti. In altre parole questi rimedi hanno un valore su un piano costituzionale che si esprime attraverso una certa affinità di ogni individuo con una o più essenze.
Se consideriamo le Quintessenze come portatrici di una ben determinata vibrazione o Intelligenza, questa, per assonanza con quella di ogni individuo, può innescare quei processi di riequilibrio che possono essersi indeboliti, attivando un processo di riarmonizzazione a tutti i livelli, non potendo più distinguere tra quello fisico e psichico. L’informazione delle Quintessenze, data la loro natura sottile, temperata, attraversa tutti gli strati dell’essere simultaneamente, trasferendo informazioni coerenti pure, che allontanano quelle impure o disorganizzanti.

Metodica d’impiego

Possono essere utilizzate anche per:

  • applicazioni su punti (agopunti, marma, punti neuro-vascolari, ecc) diluite in olio
    vegetale 1-2 gocce per cucchiaino da te di olio vegetale (mandorle dolci);
  • oli da massaggio: diluire in 100 ml di olio vegetale 25-30 gocce totali di Quintes-
    senze;
  • pediluvi, maniluvi, bagni aromatici: da 2 a massimo 10 gocce nell’acqua a seconda
    della quantità di acqua;
  • igiene intima: 2-3 gocce nell’acqua preparata nel bidet prima di lavare le zone
    intime;
  • inalazione su fazzoletto di carta: 1-2 gocce;
  • aerosol: 1-2 gocce diluite nella soluzione fisiologica, nei bimbi 1 sola goccia. Pulire
    bene lo strumento subito dopo l’applicazione;
  • gargarismi e come colluttori: 1-3 gocce in un bicchiere d’acqua in funzione di
    quanto potente si vuole preparare la mistura.